Le fobie bloccano il potere personale e la PNL è un valido strumento molto veloce per rimuoverle che chiunque può utilizzare ma, se questa “emozione primaria di difesa” appartiene al genere umano e animale, perché mai dovremmo affrontare le paure?Che utilità effettiva ha rimuovere questa “difesa naturale”?

Scopriamo questo vaso.

Galimberti  asserisce che la paura è una

“Emozione primaria di difesa, provocata da una situazione di pericolo che può essere reale, anticipata dalla previsione, evocata dal ricordo o prodotta dalla fantasia”.

Questa definizione è l’estrema sintesi di cosa sia effettivamente la paura e ci fornisce un quadro generale molto vasto.

Affrontare la paura

Le paure, sostanzialmente, sono delle emozioni.

Nelle sessioni di coaching, soprattutto in questo periodo in cui circolano più paure (paura per il lavoro, paura per la salute, paura per il futuro, ecc. ecc.) di maggiore intensità rispetto al passato, mi rendo spesso conto che ignoriamo il ruolo fondamentale dell’intelligenza emotiva,  nella nostra vita e come questa possa effettivamente aiutare a diventare più consapevoli nella comprensione delle proprie emozioni e delle emozioni degli altri.

In fondo basterebbe poco.

Basterebbe scavarsi dentro un metro in più per prendere coscienza del fiume che scorre e che governa a nostra insaputa la vita.

Le paure, come del resto tutte le emozioni, non sono né positive né negative.

Le emozioni primarie come il gioco, la ricerca, la rabbia, la cura, lo stesso desiderio, ma anche il panico per esempio, sono solo dei “programmi” che abbiamo ereditato, impressi nei nostri stessi geni o inculcati dell’esterno, che producono una risposta specifica ad uno stimolo e sono azionate dal sistema limbico.

Detta così, lo ammetto, potrebbe apparire molto riduttivo.

Siamo in una strada deserta, di notte, svoltiamo l’angolo nel solito vicolo che ci porta a casa ed iniziamo a sentire dei rumori.

Il sangue “bolle”, l’udito e l’olfatto si fanno più fini, l’adrenalina scorre, il passo accelera…

Se affrontare questo tipo di paure e gestire questo tipo di emozioni primarie non è affatto semplice, esistono altri tipi di paure dalle quali dobbiamo liberarci immediatamente.

Esistono paure e paure

In un vicolo buio, che tu sia un uomo o una donna, è giusto aver paura.

Chi non ne avrebbe visto quello che c’è in giro?

È giusto che il sistema limbico si attivi, se non siamo Rocky o Rambo, e che ci metta sul “chi va là”.

Accanto a queste paure evocate dal ricordo, attenzione che può essere stato vissuto in maniera diretta o indiretta, esistono altre paure che devono essere affrontate se vogliamo crescere.

La situazione è questa.

Nasciamo in un contesto sociale, culturale in cui esistono delle regole e delle imposizioni e da subito comprendiamo che occorre adattarsi.

Prima i genitori, poi la società, con la scuola e la religione, ci formano.

Man mano comprendiamo “ciò che è giusto e ciò che è sbagliato” e seppelliamo nel nostro inconscio, nello sgabuzzino buio, convinzioni, credenze e comportamenti che non sono in linea con ciò che circonda.

In fondo non vogliamo che babbo o mamma si dispiaccia, che la maestra ci sgridi o che il catechista non ci faccia fare la prima comunione.

Dobbiamo essere brave bambine e bravi bambini, bravi ragazze e bravi ragazzi, brave donne e bravi uomini, brave mamme e bravi padri…

Dobbiamo allinearci a ciò che vogliono da noi e, in tutto questo, lo sgabuzzino diventa una cantina.

Cos’è l’inferno

L'Inferno è una profonda cavità a forma di imbuto che si apre sotto Gerusalemme e raggiunge il centro della Terra… 

Dai non scherziamo!

L’inferno è vivere una vita senza scopi, senza sapere chi siamo, senza mete né certezze.

Quando seppelliamo roba nella cantina mettiamo da parte noi stesse in favore degli altri e, più lo facciamo, più in noi crescono le paure.

Sì è così.

Più ci amalgamiamo a ciò che ci circonda, più cresce il bisogno di essere accettate e più questo bisogno cresce e maggiori saranno le paure.

No, non parlo della paura di volare, della paura di prendere l’ascensore, della paura dei topi, dei ragni o della vaccinofobia, non parlo delle fobie antiche e nuove come la Nomofobia (paura di restare senza connessione a internet).

Parlo dalle paure regine di regni di terrore.

Parlo della paura di non essere mai abbastanza, della paura di non essere accettati, di quelle paure che davvero condizionano tutta la nostra vita da quando ci svegliamo a quando andiamo a letto la sera.

Parlo di quelle paure che sono intimamente legate a ciò che è nel nostro inconscio, relegato nella cantina buia, associato a ciò che abbiamo sepolto, di quelle paure che persino nel sonno non ci lasciano in pace.

Sì è queste paure che bisogna affrontare per prime.

In fondo, dopo la paura più grande, quella della morte, dalla quale derivano altre paure come ad esempio l’Acluofobia (paura del buio), l’Agliofobia (paura del dolore), l’Aviofobia (paura degli aerei), la Bacillofobia (paura dei microbi) ecc., da dove credi che derivino l’Automisofobia (paura di essere sporchi), la Cacofobia (paura di essere brutti), la Decidofobia (paura di prendere decisioni) e le mille insicurezze che ogni uomo o donna hanno oggi?

Per essere bisogna essere.

Sembra un gioco di parole alquanto stupido ma pensaci.

Fino a quanto non affronteremo queste paure, torneremo sempre indietro, sbrancheremo le porte di casa sperando che passi.

Per crescere, però, occorre andare avanti, metterci in cammino e affrontare i nostri demoni personali.

Solo così potremmo iniziare a ripulire la cantina.

Solo così avremo zaini meno pesanti e viaggeremo più leggeri.

Solo così potremo gustarci il percorso che ci porterà ad essere uomini e donne migliori.Via telefono o tramite video call scopriremo insieme come realizzare la tua trasformazione.