Una delle domande che mi sono fatta spesso nel passato è questa: qual è il senso della vita?
Le emozioni possono viaggiare sulle note di una canzone...
e ti ritrovi a riflettere ascoltandone una datata sul senso della vita.
La canzone è quella che ti hanno proposto ad un corso di formazione e che porti a casa scoprendo che è stata la colonna sonora degli ultimi 15 anni della tua vita..
C’è stato un tempo in cui pensavo che non ci sarebbe stata tanta vita per me e non ne comprendevo il significato.
Un tempo in cui vedevo tutto nero, il tunnel era buio e non vedevo via d’uscita.
Il mio focus , la mia attenzione era totalmente direzionata su quanto la vita fosse stata ingiusta e cattiva con me e devo dire che di buone ragioni avrei potuto averne tante, per sentirmi così.
Quando si fanno i conti con mostri più grandi di noi, la prima cosa che ti viene da fare è arrenderti.Poi succede qualcosa che ti fa comprendere che puoi cambiare registro, che quel tempo anche se non te lo senti proprio addosso è arrivato e la devi smettere di lamentarti, devi rimboccarti le maniche e ripartire.
E lo so che fa una fottuta paura ma non ci sono scuse.
Quando i mostri sono quelli, o cambi registro o il mostro ti fagocita.
E così lo cambi quel registro, inizi a spostare la tua attenzione su quello che è rimasto e non su quello che ti è stato tolto, ed ho preso ad esempio questa frase che Alex Zanardi ripete quando ricorda il momento in cui dopo lo spaventoso incidente che l’ha visto perdere entrambe le gambe, ha aperto gli occhi e si è reso conto di cosa era successo.
Ognuno ha “le sue gambe perse”, cioè sfide terribili con cui doversi confrontare. A volte trasformiamo cazzate enormi in “gambe perse”. E non tutti siamo Alex Zanardi.
Sai che vuoi vivere e non sopravvivere ma c’è un’unica condizione per farlo... farlo sulla pelle propria:
Amare te stesso, le persone, il tuo lavoro, ciò che ti circonda e cercare lì il senso della vita.
Oggi so che sono viva, so che ho la possibilità ancora di amare perché ho deciso di assumermi la responsabilità della mia “guarigione”, una guarigione che nessuna medicina avrebbe potuto farmi ottenere.
Ho scelto, perché si tratta sempre di una scelta, di una decisione, di guardare a quello che avevo e che ad altre donne nella mia stessa condizione era stato tolto: la mia vita...
e da lì ripartire e ti assicuro che ti strada ne è stata fatta tantissima.
Fino a quando ci sei, fino a quando esisti, tutto può cambiare.
È un privilegio che non a tutti è stato offerto.
Tu ce l’hai e hai il dovere di onorare questo dono.
Non c’è buio che non possa essere rischiarato, non c’è fondo che non possa essere risalito, non c’è paura che non possa essere affrontata.
E ti puoi rendere conto, così come è successo a me, che quelle "gambe perse" sono state la tua benedizione, quello che di meglio la vita aveva da offrirti per diventare la persona che sei diventata.
"Io voglio vivere, ma sulla pelle mia.. io voglio amare, farmi male, voglio morire di te"
Franca Scuzzarella
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