Se ci sono delle volte in cui ti senti in gabbia, questo post è per te.
Sentirci in gabbia ci fa pensare ad una cosa sola: essere privati della libertà.
Perdindirindina, non è che in questo particolare periodo ci vada molto a sentirsi privati della libertà, ma non è a questo tipo di gabbia che voglio fare riferimento.
Mi riferisco a quella gabbia in cui ci sentiamo incastrati e che riguarda la nostra vita emotiva e le nostre scelte.
Possiamo sentirci in gabbia per tanti motivi:
e sono solo degli esempi.
Poi c’è “quell’altro motivo”, cioè quando ci sentiamo in gabbia perché ci sentiamo incastrati in meccanismi consapevoli (e a volte non) che ci bloccano e ci rendono incapaci di agire.
La situazione è questa: più ci viene negata la libertà e più abbiamo voglia di aprire la gabbia.
Pensa a chi sta a dieta: nel preciso momento in cui viene posta una limitazione rispetto ad un cibo, scatta il desiderio irrefrenabile del cibo stesso e questo è uno dei motivi per cui una dieta troppo restrittiva non funzionerà mai.
Ma rimaniamo sul pezzo.
La gabbia in cui ci sentiamo stretti non è sempre fatta di persone o cose o situazioni che limitano la nostra libertà.
Nella maggior parte delle volte (ed anche quando la gabbia ha a che vedere con persone, o cose, o situazioni) il rimanerci bloccati dentro è opera nostra. Ha a che fare con quello che pensiamo della vita. In definitiva, con le nostre convinzioni.
Perché obiettivamente parlando, se vivi dove vivo io, non ci sarebbe mai un motivo oggettivo per rimanere incastrata.
In qualunque momento potresti far saltare la relazione che ti fa soffrire, lasciare il lavoro che non ti piace o smetterla di assoggettarti ad altri, ma non lo fai.
Vorresti spalancare quella gabbia che ti soffoca e volare via ma non lo fai.
Perché? Chi te lo potrebbe impedire?
Non lo fai perché dentro di te esiste un “codice” che dice cosa si fa e cosa non si fa, cosa è giusto e cosa è sbagliato, cosa ti meriti e cosa non ti meriti.
Ed ecco che siamo arrivati al nocciolo del problema.
Non è che ti senti in gabbia e resti in quella situazione perché nel profondo credi di non meritarti d’altro? Di non essere capace di guadagnartela quella libertà?
Perché poi la libertà ha un prezzo.
Paga il prezzo del giudizio perché si inizia a prendere in mano la propria vita, si iniziano a cambiare quelle convinzioni che ci bloccano, si iniziano a fare scelte diverse, si inizia a dire quello che si pensa veramente, si iniziano a dire dei no che fino a poco prima erano dei sì o viceversa, dove capiterà di andare controcorrente rispetto alla massa, di dover far valere il proprio punto di vista.
E questo non piacerà a tutti. Anzi, piacerà a pochi.
Non perché sia sbagliato, ma perché non ti riconosceranno.
Gli altri hanno un’idea ben precisa di te, se la sono costruita negli anni. Attraverso quello che dici, quello che fai, quello che realizzi.
Poi improvvisamente, tu decidi che te la meriti la libertà. E li mandi in crisi.
Ti potrai sentire giudicata, ti diranno cose che metteranno in dubbio chi sei e quanto vali.Sì, la libertà ha un prezzo.
Non si piace più a tutti, quando si aprono le porte della gabbia.
Perché quella gabbia è intrecciata con il pensiero comune a cui hai creduto anche tu e che hai creduto fosse la verità assoluta.
Ma non c’è soddisfazione più grande del volare libera. Libera di essere chi davvero sei.
Alimenta la tua libertà perché alimentando la tua libertà, alimenterai la tua unicità.
Libero sarà il tuo pensiero, il tuo fare quotidiano, il tuo affrontare la vita.
Come si fa ad alimentare il senso di libertà che poi ci spingerà a fare quel passo per spiccare il volo?
Ti propongo un’idea.
Inizia con il chiederti cosa c’è che ti sta stretto e che ti fa sentire in gabbia e domandati se è in tuo controllo oppure no.
Se si, scegli di intervenire e portare quei cambiamenti che ti permettano di allargare gli orizzonti.
Cosa farebbe di diverso la tua metafora se fosse al tuo posto?
Quale idea di libertà ti potrebbe regalare?
Pensando cosa?
Dicendo cosa?
Facendo cosa?
Ad esempio, se sono un’aquila penserei che dall’alto posso avere una visuale più ampia e mi potrebbe far pensare che se ciò che mi sta stretto è in mio controllo, potrei vedere alternative diverse di comportamento, potrei allungare lo sguardo oltre il consueto e scegliere soluzioni nuove, potrei pensare che siccome sono un rapace forte e possente non ho paura del giudizio e sono pronta ad affrontare tutto e tutti, a pagare il prezzo di quel volare alto.
Se invece ciò che ti sta stretto non è in tuo controllo, come la tua metafora potrebbe aiutarti a vivere senso di libertà in quella situazione anche se scomoda? Come potrebbe ispirarti a sentirti più a tuo agio?
Ad esempio, un’aquila dall’alto potrebbe dare un significato diverso a quello che sta succedendo perché ha una visione più ampia e quella che oggi potrebbe sembrare una gabbia, domani potrebbe essere il giusto posto da dove ripartire.
Potrebbe farmi comprendere che è solo una delle tante interpretazioni che posso dare a quella situazione ed aiutarmi a trovare altre chiavi di lettura.
Quando si parla di gabbie, si parla di mente.
La maggior parte delle gabbie che bloccano la tua libertà, sono mentali.
E come già ti ho detto, anche quando sono dati di fatto, fanno riferimento alle tue gabbie mentali.
La gabbia peggiore in cui rischiamo di restare imprigionati per tutta la vita, è la nostra mente.
Utilizzala per liberarti ed iniziare a volare alto.
Parla la sua lingua, che è quella dell’immaginazione.
Nella tua immaginazione c’è il seme di tutto quello che vuoi e puoi raggiungere nella tua vita.
Lo sanno bene le partecipanti al mio percorso #SbloccatieRinasci, dieci settimane di lavoro insieme dove attraverso un percorso di consapevolezza fatto anche di lavoro pratico, spalancherai la porta della tua gabbia ed inizierai a volare così in alto che mai avresti potuto credere di esserne capace.
A Settembre riaprono le porte al percorso, se sei davvero interessata a spiccare il volo clicca qui sotto e compila il form.
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Franca Scuzzarella
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