Ti capita spesso di avere la sensazione di non riuscire a raggiungere un obiettivo?
Cosa fare quando ti sembra di fare, fare ma non arrivare da nessuna parte?
Uno dei pensieri che tiene sveglie le mie clienti la notte è questo:
mi sbatto un sacco e sembra che non mi muovo di un centimetro, anzi va sempre peggio.. Ma perché?
E rimuginano alla ricerca di una risposta a quella domanda che, iniziando con un “perché”, non sempre darà risposte utili e che possano risolvere la situazione.
Fare, fare tanto, essere convinte di meritare un progresso, ed invece rimanere sempre allo stesso posto... se non addirittura andare indietro come i gamberi.
Questo può succedere.
Capita molto spesso di avere la sensazione di non riuscire a raggiungere un obiettivo, tranquilla sei in buona compagnia.
Indipendentemente dal tipo di passi in avanti che vorresti fare, che siano in ambito personale (conoscersi, apprezzarsi e migliorare la propria autostima), relazionale (riprendersi dopo una relazione finita o migliorare quella esistente), lavorativo (sentirsi bloccata, non riconosciuta/apprezzata) o rispetto alla salute (ritrovare il proprio corpo).
Qualunque sia la situazione che ti tiene sveglia la notte, le dinamiche sono più o meno le stesse.
Sentirsi bloccata nell'ambito lavorativo è quello che è successo a M., una mia cliente che sta facendo il percorso “12 Settimane per Rinascere e Realizzarti”.
Ha sempre dato mille nel lavoro, sa di avere le competenze, è di supporto ai colleghi, esegue con puntigliosa precisione tutte le consegne, si ferma oltre l’orario di lavoro, eppure.... è sempre allo stesso punto.
Per lei non ci sono gratificazioni, aumento di livello, meno che mai di retribuzione.
Anzi, la percezione è quella di retrocedere.
La cosa più logica ed iniziale da fare è andare ad analizzare le circostanze.
Perché è proprio da qui che puoi partire.
Analizzando la situazione e facendotene un’idea la più razionale possibile, senza lasciarti influenzare da quelle emozioni che ti coinvolgono.
E può venirti utile qualche domanda furba:
Come te, quindi, M. non riusciva a raggiungere un obiettivo, c’era un problema ma qual era?
Lei sentiva di meritare di più ma non sapeva cosa di più, quanto di più.
E soprattutto non ha mai chiesto cosa volevano da lei, per poter ottenere di più.
Perché qualche volta è vero che facciamo, facciamo... ma magari non è quello che serve o che è richiesto. Ma continuando a fare quello che si è sempre fatto, pensando che sia quello che serve, si rischia di continuare a remare al contrario, allontanandosi sempre di più dal risultato che si vuole ottenere.
Quindi se è importante fare, ancora più importante è fare quello che serve.
Ricordati che sarà il 20% di quello che fai, che ti farà ottenere l’80% dei risultati.
E se questo te lo dimentichi, rischi di ammazzarti inutilmente pensando che più fai più meriti.
Perché questo è un altro punto importante e fondamentale: quello che vuoi, pensi di meritarlo?
M. ha capito che anche solo affrontare il capo e parlargli della sua insoddisfazione era qualcosa che rimandava.
Sapeva che doveva farlo, ma trovava mille scuse (è troppo presto, è troppo tardi, non avrà tempo… eccetera eccetera..) pur di evitare.
Affrontare la persona che gli avrebbe potuto dare una cartina tornasole immediata su quello che serviva per ottenere quel livello, quell’aumento di stipendio e…… rimandare di giorno in giorno.
Facile capire che c’era sotto qualcosa che la bloccava.
E abbiamo capito insieme quale convinzione forte era legata a tutto quello che stava succedendo: io sono donna e sono inferiore.
E questa convinzione era il peggior ostacolo a sé stessa.
Nonostante M. fosse una donna che ha sempre rivendicato i suoi diritti, opponendosi a quei genitori che “in quanto femmina” avevano scelto per lei regole più limitanti rispetto a suo fratello maschio, sotto sotto questa convinzione davvero logorante lavorava ancora a suo sfavore.
Se mi sento inferiore in quanto donna, cosa potrò mai realizzare?
In quale cono d'ombra tenderò ad inserirmi, affinché quello che faccio non venga messo in evidenza, anzi facendo in modo io stessa di oscurarmi?
Quando ti accorgi che fai, fai e non fai passi avanti, interrogati su quale convinzione potrebbe esserti di ostacolo.
Individua da quali gambe è retta la convinzione che hai.
Quella convinzione sta su perché è retta da tanti riferimenti reali ed immaginari a cui hai scelto di credere.
L'obiettivo è quello di mettere in discussione quelle gambe, una ad una, con dei controesempi reali che vadano a smantellare quelle gambe, rendendo quindi impossibile reggere la convinzione di partenza.
M. si è resa conto che aveva un sacco di preconcetti sul genere femminile, sempre penalizzato rispetto a quello maschile.
Nonostante la sua emancipazione, quella convinzione tramandata dalle nostre ave che ha quasi scritto nel nostro DNA che siamo esseri inferiori, le continuava a creare un sacco di problemi e frustrazioni, che ovviamente non si manifestavano solo in ambito professionale, ma anche le relazioni con gli uomini ne erano uscite penalizzate.
Abbiamo lavorato con M. in modo da cambiare questa convinzione e già abbiamo immaginato e pianificato un futuro diverso, partendo da una convinzione nuova.
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Franca Scuzzarella
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