Ve la ricordate la canzone di qualche anno fa di Jovanotti "Io penso positivo"?

Mi sono ritrovata in questi giorni con il testo di questa canzone tra le mani e una frase ha catturato la mia attenzione:

“Io penso positivo ma non vuol dire che non ci vedo, io penso positivo in quanto credo..”

Io penso positivo

Questa frase che può sembrare banale nasconde delle considerazioni molto profonde e rendono bene il senso del pensare positivo di cui voglio parlarti oggi.

La teoria del pensare positivo appartiene ad una scuola di pensiero che invita a predisporsi al meglio, ad essere ottimisti.

Sappiamo perfettamente che l’uomo è più incline a rincorrere il pensiero negativo, lo facciamo da sempre, da quando il cervello dell’Homo Sapiens ha iniziato a costruire la sua struttura.

L’uomo primitivo viveva una vita pericolosa, con il rischio di essere sbranato da un leone o da un orso in qualunque momento, per cui la sua struttura cerebrale si è formata con l’attitudine ha vedere il pericolo, le difficoltà, quindi improntata ad un atteggiamento di pensiero negativo.

Oggi non siamo più uomini primitivi ma quella struttura cerebrale è rimasta la stessa. Facciamo più fatica ad accorgerci di cosa c’è di positivo intorno a noi rispetto a cosa c’è di negativo.

Io penso positivo: questione di allenamento

Il negativo ci salta agli occhi con una tale facilità e velocità, da oscurare completamente il resto.

Dobbiamo quindi allenare il nostro cervello al pensare in positivo.

Se ci pensi è difficile ottenere delle cose quando sono presenti dentro di noi troppi pensieri negativi.

La profezia auto-avverante determinerà poi i risultati che riusciremo ad ottenere.

È stato dimostrato da un punto di vista scientifico che il pensiero positivo nei confronti della vita, può aiutarci ad ottenere quello che desideriamo, salute compresa.

Quando ci si confronta con malattie molto gravi, sarà il pensiero direzionato al positivo, un atteggiamento positivo alle cure proposte ed il porsi al problema in modo diverso che favorirà la remissione della malattia.

Quindi dire che pensare positivo è la scelta migliore che possiamo fare, è palese.

Ma quando parlo di pensare positivo con i miei clienti in coaching mi riferisco anche a qualcos'altro.

Ovviamente essere ottimisti, ci fa vedere il bicchiere mezzo pieno.

E se guardo il bicchiere mezzo pieno la mia attenzione, il mio focus, saranno indirizzati a quanto già ho e a quanti motivi già ci sono per stare bene.

Ma secondo me c’è dell’altro. E le parole della canzone di Jovanotti lo esprimono bene.

Cosa significa pensare positivo

Pensare positivo non significa credere che tutto vada bene, che tutti sono buoni, che tutto è perfetto. Magari fosse così.

Ma poi non so neanche fino a che punto questo potrebbe soddisfare il nostro bisogno di varietà.

Una vita di “tutto ok” non ci farebbe apprezzare la piacevolezza delle cose che girano bene, non sapremmo coglierne la differenza e anche in una costante di piacevolezza, subentrerebbe la noia.

E non vuol dire neanche che dal momento che penso positivo mi accontento di quello che ho, mi do al minimo, perché quel bicchiere mezzo pieno sono consapevole che qualcuno nemmeno lo ha.

Pensare positivo ci deve spingere a saper vedere quanto di buono c’è ma anche a muoverci nella direzione che ci permette di riempire quel bicchiere, quindi a sfidarci per andare oltre e tendere a riempire quel bicchiere.

Perché non è pensando positivo che le cose accadono.

Le cose accadono solo quando noi ci mettiamo nella direzione del farle accadere.

Quando ci muoviamo, quando ci tiriamo su le maniche e ce la sudiamo perché

“Successo viene prima di sudore solo sul vocabolario”

Non è che pensare positivo ti dà la garanzia di ottenere i risultati che desideri.

Quelli li puoi ottenere anche indipendentemente dal fatto che pensi positivo o meno, perché si basano su quello che fai, sulle azioni che metti in atto, sulla volontà che ci metti, sulla determinazione con cui ti muovi.

Ma sarai d’accordo con me che il pensiero positivo amplificherà tutto questo, i vantaggi che otterrai saranno di gran lunga superiori perché quel bicchiere già mezzo pieno, ti farà credere di poter riempire anche l’altro mezzo. Soprattutto come ti sentirai mentre raggiungerai quello che desideri sarà diverso.

Ma come si allena il pensiero positivo?

Innanzitutto sorridi.

Tu non hai idea di quanto sorridere ti permette di essere positivo interiormente. Fai la prova: sorridi con un bel sorriso aperto e prova a pensare a qualcosa di brutto. Se mantieni il sorriso, ti sarà molto difficile se non impossibile. Per pensare a qualcosa di brutto, devi smettere di sorridere e lasciare che gli angoli della tua bocca puntino verso il basso.

Impara ad apprezzare quello che hai e quello che sei.

Sicuramente potresti avere di più e diventare meglio ma per questo c’è l’azione, l’impegno, che ti può portare esattamente dove vuoi. Ma al momento apprezza per quello che è e pensa in positivo così che le cose possano migliorare.

Vivi nel presente senza rimuginare su ciò che è stato né tanto meno su ciò che succederà.

Tanto quello che è stato non lo puoi cambiare e quello che succederà non lo puoi sapere. Restare nel presente ti dà potere, perché nel presente sei nella condizione di poterci fare qualcosa ed aggiustare il tiro sul momento. Questo ti dà la sensazione di controllo e pensare positivo è più facile. E se devi proprio pensare al futuro, pensaci in termini positivi.

Guarda alle cose da una prospettiva più ampia.

Succedono certe cose che ti fanno dire “Perché tutte a me?” e ci può stare. Ma puoi iniziare a pensare che quelle cose ti stanno succedendo perché più avanti c’è qualcosa di ancora migliore in serbo per te e quello che oggi pensi sia un evento negativo, domani potrebbe essere la base per qualcosa di fantastico. Lo so, non è facile, ma possiamo provarci, non credi?

Ecco perché “io penso positivo in quanto credo“.

Credo di essere l’artefice della mia felicità

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Franca.