Quella che è oggi la tua esperienza di vita, è stata pesantemente influenzata dal paio di occhiali che hai utilizzato per guardarla.
La tua esperienza di vita è il significato che hai dato alle situazioni ed agli eventi che ti sono successi, che hanno provocato in te sensazioni diverse.
Quelle stesse sensazioni che hanno poi generato comportamenti.
Quindi ampiamente confermato che non sono gli eventi ma la percezione che abbiamo di essi che vengono depositati nella nostra mente sotto forma di ricordi.
Ci sono persone che hanno l’abilità di vedere le cose in modo positivo, anche quando la situazione può sembrare apparentemente negativa.
Hanno l’abilità di vedere il bicchiere sempre mezzo pieno anche quando, per la maggior parte della gente, sarebbe mezzo vuoto.
Riescono a trovare il modo per trovare il vantaggio secondario da ciò che succede, il risvolto, l’altro lato della medaglia.
Ed è proprio questo che gli permette di accettare ciò che succede con una grande sicurezza: qualsiasi situazione, anche la più complicata, cambierà.
Non ci sono problemi che ci portiamo da una vita, c'è un'esperienza di vita!
Sono sicura che dieci anni fa vivevi una qualche situazione che era per te un problema e che adesso è passata.
In qualche modo, nel bene o nel male, si è evoluta e non hai più la stessa percezione di quell'evento.
L’interpretazione di una situazione dipende da cosa decidi di includere o escludere rispetto a ciò che sta accadendo.
Dipende a cosa sei abituato a dare importanza.
Ricevi 40 milioni di bit di informazioni al secondo ed il tuo “intelligentissimo” cervello è obbligato a portarne a consapevolezza alcuni e cancellarne altri.
Nella situazione in cui ti sei arrabbiato tantissimo, hai ricevuto una serie davvero esagerata di informazioni di cui la stragrande maggioranza, praticamente la quasi totalità, è sfuggita alla tua percezione razionale.
In pratica ti sei fatto un’idea di ciò che è successo, prendendo una piccola parte di un puzzle infinitamente più grande.
Rispetto a cosa hai deciso di guardare, ora ne hai percezione.
Questo diventa un paio di occhiali con cui guardi la realtà e se le lenti sono scure difficile che puoi vedere quanto splendente può essere il sole oggi!
E mi viene in mente Paolo (il nome ovviamente è di fantasia), un amico di vecchia data che ancora non aveva compreso quanto è importante dove decidi di porre l’attenzione, che nonostante avesse tutto quello che un uomo possa desiderare, un buon lavoro, una discreta posizione economica, una compagna che lo amava, dei figli che non gli davano la minima preoccupazione, diceva che non era soddisfatto.
Sapevo che ci sarebbe stata una fila di persone che avrebbero voluto la sua vita, eppure lui non era contento.
E cosa guardava Paolo?
Guardava a tutto quello che non funzionava, a quello che gli mancava.
Ricordo che una sera andammo a cena insieme con i nostri rispettivi compagni, per festeggiare una importante collaborazione conclusa, in un bellissimo ristorante, mangiando ottimo cibo e bevendo un vino delizioso…
Ebbene, lui riuscì a rovinarsi la serata, ed in un certo qual modo anche a noi, per dei messaggi che continuava a ricevere da parte di amici che gli stavano confermando o meno di aggregarsi alla sua festa di compleanno!
Neanche in quel frangente era riuscito a vedere il bello che splendeva evidente davanti ai suoi occhi.
Era in un altro tempo, era nel futuro e nelle congetture che quel futuro gli stava prospettando.
Non fu capace di essere nel presente, soddisfatto per quello che stava vivendo, la bella collaborazione conclusa, il buon cibo e l’ottimo vino, oltre alla bella compagnia con cui stava condividendo quella esperienza ma rimase per tutta la sera nel futuro, con quella rabbia per qualche no ricevuto da chi invece si aspettava un sì.
Essere intransigenti, troppo rigidi equivale a vivere un'esperienza di vita alterata.
Questa è la corsia preferenziale per l’infelicità.
Abbiamo fatto un bellissimo lavoro con Paolo.
Quando alla prima occasione gli feci notare quello che era successo durante quella serata, è come se gli si fosse spalancato un sipario e da allora ha cominciato a capire quali meccanismi mette in atto.
Troppo rigido, niente flessibilità.
Troppo orientato ad osservare quello che non funzionava piuttosto che quello che stava procedendo bene.
Troppo incatenato nei suoi stessi devo piuttosto che nei voglio per poi sentirsi obbligato a fare delle cose che erano indispensabili solo per lui.
Paolo ha capito che così facendo si stava davvero giocando tutto.
Perché vivere vicino ad una persona che l’unica cosa che sa fare è lamentarsi, guardare quello che manca, non essere mai soddisfatti, è dura.
Perché se anche tu ti sei riconosciuto in Paolo, forse è il tempo di cambiare rotta e vivere la tua esperienza di vita diversamente.
La realtà non è quella che tu vedi, quello è un minimo spaccato della realtà e c’è sempre un modo diverso per guardare alle cose.
E quando inizi a guardare le cose da un punto di vista diverso, vedi cose diverse.
E potrebbe capitarti di vedere quel bicchiere mezzo pieno di cui non ti sei mai accorto.
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A presto.
Franca
Franca Scuzzarella
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