Parlare di leadership e mondo femminile, e mettere queste parole nella stessa frase, fino a qualche decennio fa era considerato un abominio.
La sensazione era che le donne dovevano stare a casa “a fare la maglia” mentre era compito dell’uomo, come accadeva all’epoca dei nostri avi, uscire e procurare il cibo.
Oggi molto è cambiato, certo tanto deve essere ancora fatto perché alla donna siano riconosciuti gli stessi diritti/privilegi dei colleghi maschi, ma tutto sommato trovare delle “boss” donne non fa più storcere il naso come accadeva un tempo.
Leadership e mondo femminile sono dunque due termini che possono coesistere tranquillamente ma esiste un modo per arrivare a ricoprire determinati ruoli e avanzare di posizione velocemente se sei una donna che lavora?
E ancora, esiste un modo per trasformare quelli che apparentemente possono essere punti deboli e renderli le basi su cui costruire una proficua carriera?
Andiamo per ordine.
Prepotenti, troppo esigenti, intransigenti, emotive, gentili, quante donne ogni giorno si sentono dire questo al lavoro?
Nelle sessioni di Coaching al femminile sempre più spesso mi imbatto in un annoso “problema” che riguarda un po’ tutte le donne che lavorano.
Sì sa, trovare un equilibrio è oltremodo difficile e le nostre giornate lavorative possono trascorrere cercando di nascondere i punti di forza femminili per adattarsi ad ambienti di lavoro da sempre maschili.
Questo è completamente sbagliato e vorrei spiegarti il motivo, perché prima si comprenderà che non è questa la strada, prima inizieremo il nostro percorso ascensionale.
Il modello di leadership aziendale sta cambiando e, per la legge del mercato, le società che non si adegueranno saranno ben presto spazzate via.
Si sta passando da un modello di leadership autoritario (prettamente maschile) a un modello partecipativo (prettamente femminile).
Nei tempi moderni, finalmente, si è compreso dunque che lo scambio arricchisce sempre e comunque.
Ovviamente la strada da percorrere è ancora lunga.
Su scala mondiale e soprattutto nei grandi centri questo si avverte già mentre in Italia, con un asset ancora focalizzato sulla MPMP (Micro Piccola Media Impresa), questa rivoluzione, teoricamente, tarderà ad arrivare.
Sappiamo tuttavia che oggi è tutto iper-accelerato ed ecco perché sono fermamente convinta che i tempi siano maturi e il momento per il grande passo è sempre più vicino: occorre, però, arrivare preparate per essere protagoniste di questa rivoluzione.
Vuoi fare carriera?
La prima vera svolta sarà capire chi sei e cosa puoi mettere sul tavolo.
Questo può essere fatto da sole ma, senza dubbio, un coach che conosce questo mondo e che magari si occupi anche di formazione aziendale, con gli strumenti giusti, velocizza questo lavoro esponenzialmente.
Essere delle leader può essere semplice ma dobbiamo diventarle partendo da un presupposto: essere sempre e comunque noi stesse.
Andare a competere in un mondo che non ci appartiene, quello maschile, è senza dubbio un errore madornale in quanto noi non siamo uomini.
Invece, sfruttare i punti di forza naturali che ogni donna possiede può rovesciare l’ago della bilancia.
Il mondo del lavoro sta cambiando, tanto che la classica domanda
“Come possiamo farlo più velocemente?”
è spesso sostituita dalla domanda
“Come possiamo farlo diversamente?”.
Il mercato oggi chiede persone che si carichino sulle spalle gli altri e siano in grado d'ispirarle, incoraggiarle, coinvolgere e capaci di aiutarle a tirare fuori il meglio da loro stessi: quello che, in fondo, le donne sanno fare molto bene e fanno da sempre.
Per avere un impatto nel mondo del lavoro, le donne devono comprendere che il tempo del comando e del controllo, del rimprovero, della critica, sta finendo.
A questo ben presto si sostituirà un ordine nuovo, un modo di pensare completamente diverso, che si trasformerà in principi di collaborazione, messa in discussione e sviluppo.
È stato dimostrato, ad esempio, come i Millennial, il futuro a livello lavorativo, cerchino sempre un feedback costante ma nel contempo siano più propensi a un tipo di comunicazione assertivo e non punitivo.
La mamma resta sempre la mamma e non per niente è donna.
Come donne abbiamo dunque una partita da giocare e ben presto saremo chiamate in campo per dimostrare che siamo capaci e possiamo essere le playmaker che le aziende stanno cercando, ma quali qualità dovremmo possedere per essere le candidate numero uno?
A mio avviso tutte le qualità dell’essere donna potranno essere prese in considerazione ma 3 in particolare faranno la differenza:
Porre le domande giuste per andare alla radice dei problemi, per capire meglio noi stesse e gli altri e per mettere in discussione i sistemi di credenze aziendali, sarà ciò che farà davvero la differenza.
La curiosità è alla base dell'empatia.
Ci permette di capire meglio l'altro ed entrare in contatto con le esperienze e le emozioni di un'altra persona.
Curiosità è sinonimo anche di disponibilità e di mettersi in gioco.
Con la curiosità ammettiamo che non possiamo sapere tutto ma che siamo disposte a imparare.
La donna nasce curiosa di natura e questo è un bene.
Con la curiosità, ad esempio, possiamo scoprire pentole che, magari, da tempo stavano ribollendo senza che nessuno lo sapesse, perché ai piani alti erano impegnati a fare altro.
Attraverso la curiosità possiamo capire meglio i nostri collaboratori e dargli ciò che gli occorre per lavorare in modo migliore e profittevole.
La curiosità è anche il non giudizio.
Siamo curiose e questo ci permette di scoprire come sia possibile andare oltre, senza dare tutto per scontato ancora una volta.
Questo ci aiuterà a capire meglio il perché delle cose, così da mettere in discussione anche lo status quo, troppo blindato e richiuso in sé stesso per essere inclusivo.
Da sempre, nel lavoro come nella vita, la donna cerca comunanza e sorellanza.
La donna ha uno spirito collaborativo spiccato sia per natura sia per ciò che nel tempo ha dovuto affrontare anche nell’ambiente lavorativo.
Cercare il sostegno degli altri è stato fondamentale per attraversare il tempo, così oggi, a differenza degli uomini, una donna non si vergogna di non sapere e, se non sa, è più propensa a cercare aiuto rispetto a un uomo.
Farsi aiutare sì, ma farsi aiutare per crescere e imparare in uno spirito fatto d’interscambio.
Quando due persone si mettono a collaborare avviene sempre un piccolo miracolo e una comunione di talenti che si moltiplicano.
Collaborare non vuol dire controllo ma cooperazione per stare tutti meglio in un ambiente lavorativo volto alla crescita di tutti.
Oggi vige una regola non scritta: i problemi dell’esterno quando entriamo nel posto di lavoro vanno dimenticati.
Ma mi chiedo e ti chiedo, come può un collaboratore dare il 100% se ha un criceto che gli gira in testa?
Ogni capo team, ogni leader, dovrebbe conoscere tutti i membri e, anche se è quasi impossibile che ognuno di loro si apra al 100%, chi è al vertice dovrebbe con un colpo d’occhio capire se c’è un problema.
I nuovi leader dovrebbero essere disposti a essere vulnerabili e consentire agli altri di esserlo, perché in fondo, a tutto c’è sempre rimedio e un dipendente motivato e felice di far parte di un tutto è sempre più produttivo.
Le donne sono molto più qualificate all’ascolto e alla conversazione ed è più semplice per loro essere compassionevoli.
Compassione, però, significa anche saper anticipare le esigenze perché in fondo siamo tutti sulla stessa barca.
Proprio perché si vive con com-passione, ovvero facendosi anche carico dell’altro, si riesce a essere flessibili e comprensivi, perché tutti avremo bisogno di qualcosa prima o poi, in quanto la vita non è un film e non sono sempre rose e fiori. Noi donne questo noi lo sappiamo bene.
In fine ricordiamoci sempre di una cosa: essere un leader non significa essere un robot.
Troppo spesso i leader del passato avevano paura di mostrare il loro lato umano.
Tu non fare questo errore!
Metti a disposizione i tuoi talenti e sii la guida per gli altri.
Perché fare rete oggi è importante, come importante è essere guida del proprio gruppo.
E cosa c'è di più bello di avere un gruppo di persone da guidare, aiutare a crescere e perché no, ottenere successo e indipendenza economica?
Per questo nuove attività danno la possibilità di sviluppare questa nostra caratteristica, fare del bene e avere successo.
Ti sto aspettando, leader donna di domani!
Franca Scuzzarella
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