Ogni giorno, nostro malgrado, ci mettiamo in gioco e quotidianamente siamo costretti, spesso a nostra insaputa, ad accettare le sfide della vita.
Eventi, situazioni impreviste, certamente non volute, ci spingono a misurarci in un duello con il fato, in una gara, una competizione spesso con noi stesse, che il più delle volte non abbiamo né cercato né chiesto.
Nei giorni scorsi ho dovuto affrontare una situazione difficile che avrei voluto non vivere ma così è, fa’ parte del gioco e sono consapevole che le sfide della vita arrivano nostro malgrado.
Non sempre possiamo decidere quello che succederà.
Anzi, il più delle volte ciò che deve succedere arriva e basta e, anche se iniziamo a sbattere i piedi per terra, le uova sono ormai rotte.
A questo punto che fare?
Come uscirne?
Potremmo metterci in un angolino ed iniziare a piangerci addosso, fare le vittime, recitare il classico mantra “Perché proprio a me” e sperare nell'intervento divino che probabilmente non arriverà mai oppure possiamo scegliere come riprendere in mano la situazione e capovolgerla a nostro vantaggio, mossa di certo più furba.
Se agisci queste situazioni, infatti, fanno veramente presto ad ingabbiarti e metterti all’angolo.
Dobbiamo fare qualcosa e farlo subito altrimenti rischiamo di fare la fine di quel tizio…
In un paesello in provincia, un giorno il torrente straripò e inondò tutte le strade fino ai tetti delle case.
L’intervento delle forze dell’ordine fu celere e quasi tutti i paesani furono portati in salvo, tutti tranne uno: zio Tommaso.
Zio Tommaso si mise sul suo tetto ad aspettare.
Arrivarono i soccorsi per lui da un elicottero dei vigili del fuoco
“Afferri la scaletta la portiamo via!”
“No, Dio mi salverà”
Dopo varie volte che questa tiritera si ripeteva, i vigili del fuoco andarono oltre a salvare altri, consci che c’era ancora la motovedetta della Polizia e quella della Croce Rossa in giro.
Arrivò la polizia
“Mandiamo qualcuno a prenderla, stia calmo”
“No, Dio mi salverà andate a soccorrere gli altri tranquilli”
e la Polizia dopo aver insistito si arrese e proseguì.
Dopo varie ore arrivò anche la Croce Rossa e, mentre stava per prendere Zio Tommaso con la forza, il tetto crollò.
Tommaso andò in paradiso e si trovò davanti San Pietro…
“Santo, ma perché Dio non mi ha salvato”
“Tommaso, tre aiuti ti abbiamo mandato… perché non li hai presi?”
Eh si! Nessuno di noi è immune. Le sfide della vita arrivano.
Piccole, grandi, presto, tardi, tutti siamo chiamati a confrontarci con quegli intoppi che mai avremmo voluto.
Ma a volte le sfide nella vita ci servono.
Ti è mai successo che dopo aver affrontato una sfida e superata l’ennesima prova sei cresciuta e, malgrado tutto, ti sei ritrovata a benedire quell’inconveniente?
Una delle più grandi sfide della vita, in effetti, è proprio comprendere che i momenti difficili possono aiutarci a crescere, in quanto ci fanno allontanare dalla nostra Comfort Zone spingendoci verso altri orizzonti che prima non avevamo nemmeno preso in considerazione.
Quando superiamo una sfida della vita ci sentiamo vive, rinate, piene di energia e siamo coscienti di poter affrontare il mondo intero.
Le sfide della vita però vanno prima superate.
Qualche suggerimento allora può far comodo.
Quando cadi nel ruolo della vittima, di quella che subisce le situazioni, la rabbia cresce perché ti senti impotente e pensi di non avere armi a tua disposizione per cambiare gli eventi. Quello che ti dimentichi è che davvero non puoi cambiare gli eventi ma puoi cambiare il significato che gli dai. Quella rabbia puoi affrontarla, sfruttandola a tuo vantaggio, per capire fino in fondo cosa ti sta dicendo.
Non serve che entri sempre più nel dettaglio, quando rivivi le situazioni che ti hanno sfidato e le pensi o le racconti. Ogni volta che lo fai, ne aggiungi un pezzo nella tua immaginazione e le cose diventano sempre più grandi di quello che in realtà non sono state con un unico risultato: ti schiacciano sempre di più e ti sentirai sempre più vittima degli eventi.
Lo sappiamo, in ogni situazione ci creiamo un minimo di aspettative, rispetto a come le cose dovrebbero andare. Quando poi non vanno come abbiamo immaginato, sono dolori. Non farti fregare dalle aspettative: sono solo ipotesi immaginarie su come tu vorresti che vadano le cose che nella maggior parte delle volte si distanziano di molto da come davvero andranno.
Ad esempio, ieri ho costruito tutto un film su una situazione che poi è naufragata miseramente...
Sarebbe stato molto più utile, non sprecarci tempo ed energie, non trovi?
Quando inizi a metterti nei panni della vittima, ti stai esclusivamente appoggiando al tuo giudizio rispetto a come sono andate le cose, creandotene una tua interpretazione.
Restare sui fatti può aiutarti a ridimensionare, a vedere le cose da altre prospettive, a dissociarti da cosa è successo e guardare alle cose con più obiettività.
Ci sono cose che non puoi cambiare. Fare la vittima non servirà comunque a risolvere.
Alcune situazioni si possono solo accettare.
C'è una bella preghiera, che racchiude l'essenza delle cose:
"Dio, concedimi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare, il coraggio di cambiare le cose che posso, e la saggezza per conoscere la differenza".
Tutto dipende da te.
Fare la vittima può essere un tuo diritto.
Posso aiutarti a venirne fuori se lo desideri davvero.
Franca Scuzzarella
info@pnlbenessere.it
3332805239