Credere in se stessi, facile a dirsi, complicato da realizzare?
Dopo aver parlato di potere personale, di convinzioni e di come questi elementi si legano tra loro, dovrebbe essere chiaro che il punto di partenza siamo sempre e solo noi.
Per credere in noi stessi, o meglio crederci nuovamente, occorre smontare pezzo per pezzo tutto il muro che ci siamo creati (o ci hanno creato) intorno, per vedere nuovamente la realtà com’è senza filtri.
L’essere umano nasce sempre con infinite possibilità e, in via teorica, tutti ma davvero tutti, possono diventare chi che sia… basta crederlo.
Da poco è iniziato il campionato di calcio, croce e delizia per molti di noi.
Segui il calcio?
Indipendentemente da questo saprai che in campo scendono 22 giocatori, 11 per squadra, che si affrontano per un’ora e mezza, circa, e a volte anche oltre.
I 22 giocatori sono tutti allo stesso livello?
Certo che no.
Tra loro ci sarà il campione, il campioncino, il giocatore di livello ….
Che cosa ha fatto la differenza?
Perché i ventidue giocatori in campo non sono tutti allo stesso livello?
Eppure tutti hanno avuto modo di allenarsi, hanno preparatori atletici, hanno Mental Coach e staff esperti che li seguono… perché tanta differenza?
Pensaci… la risposta è molto semplice.
Poi, sempre la domenica, ci sarà in qualche sperduto campetto di periferia, il ragazzino che gioca a calcio con la squadra della parrocchia, bravissimo, eccezionale, che però in vita sua non giocherà mai in una squadra di alto livello... solo sfortuna?
Ci pensi mai a quanti altri potenziali Maradona ci sono in giro nel mondo che non conosceremo mai?
Certo, i fattori esterni possono essere una risposta... o probabilmente una buona scusa.
La genitica per esempio.
La tua altezza non dipende al 100% da te e, per giocare in porta, tanto per restare in tema, devi essere molto alto per forza!
Eppure Higuita è alto 1 metro e 72 e, come lui, molti altri portieri famosi non superano affatto il metro e novanta come si immagina.
Navas, che con il Real Madrid ha vinto 3 Champions consecutive, ad esempio, è alto “solo” 185 cm.
La famiglia e la sua influenza può essere un'altra buona risposta... se la condizione economica iniziale è agiata, le nostre possibilità di realizzarci si moltiplicano.
Eppure la storia di Cristiano Ronaldo è nota com'è nota la sua infanzia povera e misera.
I fattori esterni possono esssere delle risposte ma non sono mai la sola risposta possibile... c'è molto altro.
Cammino per strada e mi accorgo che tutti, uomini e donne, giovani, persone mature, anziani, anche a volte bambini, procedono con la testa china fissando un display.
Quante volte al giorno controlli le notifiche sul tuo cellulare?
La dipendenza dallo smartphone è una realtà… inutile negarlo.
Stime dimostrano che, in media, prendiamo il cellulare in mano ogni quindici minuti per verificare se c’è qualcosa di nuovo.
Il terrore di restare tagliati fuori o perdersi momenti salienti del flusso dei contenuti online (FOMO - Fear Of Missing Out) ci attanaglia e indubbiamente provoca stress.
La nuova generazione, la Generazione Z (i nati tra la fine degli anni ’90 e il 2010) ormai ha letteralmente sostituito il web con il social e i nativi digitali oramai percepiscono il mondo attraverso questi filtri… certo non sono gli unici.
Immagina di aver vissuto tutta la tua esistenza fino a questo momento in una caverna e che, la vita fuori, ti fosse stata mostrata solo con delle pellicole cinematografiche proiettate su una parete.
Ovviamente, le pellicole sono state girate da qualcuno e sono impregnate dalla sua visione del mondo e ti mostrano solo quello che lui ha voluto farti vedere.
Se un giorno uscirai dalla caverna, cosa sarà davvero reale per te, quello che vedrai o quello che ti è stato fatto vedere giorno dopo giorno con quei film?
Secondo te sarai in grado di accettare la nuova realtà o semplicemente la rifiuterai?
L’essere umano cerca sempre degli schemi.
La sua intera evoluzione si è basata su questo.
Cercavamo schemi per comprendere quando c’era un pericolo.
Cercavamo schemi per capire quando seminare e poi raccogliere.
Cerchiamo ancora schemi tutt’oggi.
Tutto è uno schema e tutto ciò che non rientra negli schemi, è rifiutato perché diventa incomprensibile generando paura.
La Generazione Z, oggi, è di fronte a un pericolo tanto concreto quanto reale.
Il social è un filtro e, attraverso questo, loro percepiscono una realtà differente.
La mia domanda allora è... come si fa a credere in se stessi quando non si ha più il contatto con cosa è davvero reale?
Per chi non è più uno sbarbatello, cadere in questa trappola, è certamente più difficile, anche se non impossibile.
Siamo più strutturati, abbiamo maturato credenze e convinzioni che, si spera, ci accingeremo a rimuovere presto se limitanti. Comunque siamo più protetti.
Facciamo parte dei Baby Boomers (1945- 1965) o della Generazione X (1960 – 1980) e al massimo ci piace utilizzare WhatsApp e comunque non ne facciamo una malattia se per qualche ora non abbiamo connessione e siamo off-line.
Eppure, anche se non siamo in pericolo con i social, altri pericoli ci circondano.
Mentre Millennials e Gz sono cresciuti nell’era digitale, noi siamo cresciuti davanti alle TV.
Credi che sia tanto diverso?
I “mezzi di comunicazione di massa”, com’era solito chiamarli McQuail, hanno avuto su di noi la stessa incidenza, se non addirittura peggiore, poiché erano passivi al 100%.
Baby Boomers, X Generation e Millennials sono già cresciuti e, volente o dolente, hanno immerso i piedi nella vera realtà.
Per loro si tratta solo di prendere seriamente coscienza di chi sono e di come sia davvero possibile far esplodere i loro veri talenti.
Queste generazioni sono coscienti che non diventeranno Navas ma sanno anche che possono diventare, se lo vogliono, ponendosi obiettivi realizzabili, il miglior portiere del torneo della propria città.
Per farlo non esiste età e non ci sono scuse perché questo non avvenga.
Empatia, Resilienza e Assertività sono i 3 concetti fondamentali su cui si può e si deve lavorare.
Oggi abbiamo tutti gli strumenti ed una coaching gratuita può aiutarti ad aprire gli occhi… basta volerlo fare e comprendere quanto questo sia importante.
I Gz, presto o tardi, dovranno alzare la testa dai loro display.
In quel momento si troveranno di fronte ad un mondo nuovo.
Sarà, nel bene o nel male, nostro compito accoglierli.
Si tratterà di una generazione completamente diversa rispetto alle nostre, cresciuta con piattaforme tecnologiche e applicazioni ma anche per loro credere in se stessi sarà importante.
Per questa generazione nuova, bisognosa di stabilità e sicurezza, perché venuta al mondo dopo l’11 settembre e in pieno disastro finanziario, occorrerà creare ambienti in cui possano esprimersi al meglio.
La Generazione Z pretenderà un rapporto one-to-one con i propri Leader, rifiuterà tutti gli aspetti gerarchici e cercherà l’autonomia.
Questa generazione, se stimolata nel modo giusto a credere in se stessa, potrà essere fautrice del cambiamento che tutti stavamo aspettando.
Per avere tutto questo, però, dobbiamo prima di tutto essere noi capaci di credere in noi stessi per poi trasmetterlo a loro.
La tua mente ha grandi potenzialità, che probabilmente non sfrutti a pieno mentre potresti scoprire in che modo usarla per renderla capace di generare i risultati che desideri.Come la PNL può cambiare la tua vita!
Serata Gratuita per avvicinarsi alla PNL, uno strumento che ti permette di conoscere meglio la persona più importante della tua vita: Te Stesso!
Franca Scuzzarella
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