Quando sentiamo parlare di sindrome, la prima cosa che ci viene in mente è una malattia.
Qualcosa che ha bisogno di cure, che va guarita.
Ma se parliamo di sindrome della crocerossina, no non si tratta di una malattia. Ma di un atteggiamento.
Un atteggiamento utilizzato nella relazione d’amore ma anche in amicizia, che ha come principio la prestazione d’aiuto che uno dei componenti della relazione offre all’altro in modo costante.
Sono principalmente le donne quelle che utilizzano questo atteggiamento ma anche qualche uomo si trova imbrigliato in questo meccanismo.
Perché si pensa che quando si offre aiuto all’altro, questo possa amarci di più.
Ci sono cascata anch’io tanto tempo fa: in una relazione con un uomo molto indipendente e poco propenso ad un rapporto continuativo e solido, ho vestito i panni della crocerossina pensando di salvarlo, cioè di fargli credere di nuovo nell’amore, redimerlo e farlo innamorare di me.
Risultato? Un disastro.
Non solo la relazione si è conclusa come era previsto ma lasciandomi con le ossa belle ammaccate.
Ma non è di me che voglio parlare. Ti ho detto della mia esperienza proprio per farti capire che finirci dentro è più facile di quanto non si creda..
D’altro canto ci sono retaggi culturali che ci spingono a questo comportamento.
La donna da sempre è quella che deve accudire, si deve prendere cura (ricordo mia madre che mi diceva sempre che è compito della donna tenere insieme la relazione – immaginate un po’..), deve compiacere le persone che le stanno intorno e certi condizionamenti sono duri a morire.
Il prezzo è finire con il trascurare se stesse, i propri bisogni, la propria serenità.
Soprattutto quando si parla di relazioni affettive.
Perché se da una parte c’è una persona immatura e bisognosa di attenzioni che gli permettono di sentirsi importanti ed alimentare il proprio ego, dall’altra ce n’è un’altra disponibile a dare che sul momento può sentirsi appagata dal farlo ma che poco per volta si annulla per compiacere l’altro.
I motivi per cui ci infiliamo nel ruolo della crocerossina sono diversi.
La famiglia in cui siamo cresciute ci influenza molto e la relazione affettiva che avevamo nei confronti dei nostri genitori può averci influenzato nel prenderci cura degli altri ma soprattutto i condizionamenti culturali (vedi cosa diceva mia madre) che vedono nella donna l’angelo del focolare.
Quel senso di vuoto dentro può essere il responsabile di questo atteggiamento, quel vuoto che cerchiamo di riempire con l’illusione di sentirci indispensabili per l’altro e che ci spinge a fare per l’altro di tutto, pure al suo posto.
La sostanza è che l'atteggiamento da crocerossine nasconde profonde paure:
Dall’altra parte non è che ce la passiamo meglio.
Quello che riteniamo "da salvare", è un uomo con tutta una serie di irrisolti, il classico Peter Pan che ha un disperato bisogno (anche se non se ne rende conto) di conferme e gratificazioni per sentirsi valido e che noi siamo pronte a soddisfare.
Peccato che questo non sarà utile alla relazione, perché le attenzioni che gli riserverai finiranno per stufarlo e lo porteranno gradualmente ad allontanarsi, fino ad interrompere la relazione.
Insomma una relazione sbagliata dall’inizio che avrà un epilogo scontato, con tanto di sofferenza annessa.
Quindi che fare?
Per prima cosa rendersi conto che quell’altruismo che si manifesta non è solo voglia di essere carine e gentili ma è un atteggiamento che serve per colmare dei vuoti e darsi del valore.
Ci sarà bisogno di lavorare su di sé per aumentare la propria autostima, rivedendo quelli che sono i condizionamenti ricevuti in passato e lavorando sulle proprie convinzioni relativamente alle relazioni.
Entrerà in gioco l’amore e il rispetto per sé stesse, perché non puoi continuare a regalare perle ai porci e perché l’amore è un tuo diritto che non ti devi guadagnare.
Servirà affrontare le proprie paure per poterle esorcizzare e trovare soluzioni a quelle situazioni che le manifestano.
Dovremo riconoscere i nostri bisogni, di cosa ci serve per stare bene e soddisfarli autonomamente perché non ci potrà mai essere nessuno che può farlo meglio di noi.
Per fare questo ti servirà una guida, un professionista che ti aiuti a ritrovare te stessa e a lavorare affinché tu possa attirare le persone giuste ed avere relazioni sane.
Nel mio percorso #SbloccatieRinasci puoi trovare gli strumenti giusti per smettere di voler “salvare” gli altri ma iniziare a salvare te stessa.
Scopri ora come ritornare a stare bene con te stessa anche se pensi che tanto ormai…
Franca Scuzzarella
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