Se non provassimo costantemente insoddisfazione o se non fossimo poco contenti della nostra esistenza non avremmo bisogno di ricorrere al cibo per riempire vuoti che la nostra emotività ci fa vivere.
Deleghiamo al cibo un potere "saziante" ben lontano dal riempire lo stomaco.
Gli diamo valenze psicologiche di varia natura e riempiamo lo stomaco per sentire di riempire la nostra vita.
Se vogliamo ritrovare il nostro Giusto Peso così come proponiamo sul nostro sito www.dimagrireserenamente.it e mantenerlo nel tempo, è necessario riequilibrare questo rapporto con il cibo.
Ci sono diversi disagi emotivi che fanno scattare la molla, a volte in modo violento e compulsivo che ci fa utilizzare il cibo come compensazione: l’errore è utilizzare il cibo non per quello che è, ovvero nutrimento, ma come panacea per tutti i mali dell’anima.
In momenti di svolta nella vita negativi (un lutto, una separazione, la perdita del lavoro, una malattia) ma anche positivi (tipo il matrimonio, un figlio, un nuovo lavoro) è facile ritrovarsi a mangiare non per fame ma per compensare questi bisogni emotivi.
Ma perché vivere tappe dell’esistenza abbastanza normali deve farci cadere nella trappola del mangiare per trovare conforto?
Perché cerchiamo nel cibo la soluzione a quello sconforto, a quello smarrimento?
Da dove arriva tutta quella insoddisfazione?
Mi viene da dire perché la società ci vuole sempre vincenti.
Valiamo per quello che realizziamo.
Ci propone modelli di comportamento basati sulla realizzazione di obiettivi predefiniti che tendiamo a fare nostri e quando ci allontaniamo da questi modelli scatta l’idea di non essere accettati, di non essere validi.
Non siamo quello che siamo, siamo quello che dobbiamo raggiungere.
Sempre protesi in avanti con obiettivi da centrare, a volte talmente lontani da chi siamo veramente da far si che non vengano mai raggiunti.
E se anche andiamo a segno, la soddisfazione dura poco perché siamo subito protesi verso il prossimo centro!
Così viviamo in rincorsa di quello che vogliamo realizzare e con un senso di vuoto nel momento in cui la realizziamo.
Fino a quando non ci liberiamo da questo meccanismo e quindi dal senso di insoddisfazione, siamo destinati a essere infelici.
Tutto quello che può renderci felici, soddisfatti, sazi è qui, adesso.
Ci dobbiamo concentrare su quello che abbiamo, piuttosto che su quello che ci manca.
Volgere lo sguardo dentro di noi, piuttosto che all’esterno.
Non è nella tavoletta di cioccolato che trovi la soluzione.
La soluzione alla tua insoddisfazione è dentro di te, nei tuoi talenti, nelle tue qualità.
Ti propongo un esercizio.
Compila una lista dove elenchi tutte le tue qualità, tutti i doni che racchiudi che fanno di te una persona meravigliosa così come sei.
Così che tu abbia ben visibile a quante risorse puoi ricorrere per superare le sfide che la vita ti metterà davanti, così da non ricorrere al cibo per consolarti.
E se non ne trovi, se non te ne riconosci, allora chiedi alle persone che ti vogliono bene.
Chiedi quali sono secondo loro le tue qualità, per quali motivi ti amano, ti rispettano, ti tengono in considerazione.
Forse credi che il tuo valore è dato da quello che gli standard chiedono da te.
Tu sei molto di più!
Franca Scuzzarella
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