Sport e motivazione camminano sicuramente di pari passo e questo vale a tutti i livelli.
Chi pratica sport a livello agonistico conosce bene l’importanza di questa simbiosi e, se un campione della NBA, il basket più spettacolare al mondo, come Michael Jordan ha detto
“Nella mia vita ho sbagliato più di novemila tiri, ho perso quasi trecento partite, ventisei volte i miei compagni mi hanno affidato il tiro decisivo e l’ho sbagliato. Ho fallito molte volte. Ed è per questo che alla fine ho vinto tutto.“
comprendiamo subito quanto questo sia vero.
L’importanza del connubio sport e motivazione, tuttavia, è chiaro anche agli atleti non professionisti.
Tutti sappiamo quanto cresce il peso del borsone appena si supera la fase iniziale e quanto la motivazione sia fondamentale per andare in palestra, anche quando è uno di quei giorni no. Questo vale a maggior ragione se non facciamo dello Sport la nostra professione.
In fondo cos’è la motivazione se non “l'espressione dei motivi che inducono un individuo a compiere o tendere verso una determinata azione”?
Motiv-azione non è nient’altro che questo… Il motivo per cui facciamo qualcosa.
Ma perché dovremmo fare attività fisica?
In maniera teorica tutti conosciamo gli innumerevoli benefici dello sport.
Fatta la dovuta premessa che per sport intendiamo un’
“Attività che impegna, sul piano dell'agonismo oppure dell'esercizio individuale o collettivo, le capacità fisico-psichiche”,
quando parliamo di Sport parliamo di qualunque attività che ci faccia M.I.C. (muovere il “C**o” sedere, per dirla in modo aggraziato 😀 ).
Quindi tutto può essere considerato sport, dalla semplice camminata veloce, alla corsa, alla bici, al nuoto alla lezione di zumba in palestra.
Bastano già piccoli risultati per far crescere la nostra autostima e sappiamo quanto questo dia vita ad una escalation di cose positive.
Oggi la prerogativa non è avere una vita longeva, questo riguarda un po’ tutti, ma arrivare alla vecchiaia con un’aspettativa della qualità di vita futura eccellente.
Tutti dovrebbero iniziare a pensare al proprio benessere in modo che corpo e mente restino in salute abbastanza a lungo per durare e sostenerti fino a cent'anni ed oltre.
L’attività fisica non agisce direttamente solo sull’aspetto fisico ma anche sulla mente aiutando a sviluppare sentimenti di competenza, autonomia e vicinanza agli altri.
Con l’accrescimento del senso di autoefficacia riusciremo a raggiungere gran parte degli obiettivi prefissati, superando più facilmente le varie difficoltà che certamente incontreremo.
Se a tutto ciò si associa che l’attività sportiva incrementa la percezione di controllo dei sintomi in persone che soffrono di depressione, il quadro è abbastanza delineato.
Questi, ovviamente, sono solo alcuni dei benefici dell’attività sportiva.
L’uomo è nato per correre non per stare seduto davanti a un PC.
Allora, se tutti noi sappiamo che praticare sport porta solo cose positive, perché la stragrande maggioranza della popolazione è diventata reticente a qualsiasi tipo di movimento?
Non sarebbe più logico che fosse il contrario?
La vita di ogni individuo, indipendentemente dalla sua età, ceto sociale e trascorsi, da intendersi come esperienza, è fatta di abitudini: tendenza alla ripetizione delle stesse azioni in modo costante.
Alzarsi ad un’ora, pranzare ad un’altra, lavorare in un certo modo ma anche condurre uno stile di vita sano o non farlo affatto… tutto quello che ti circonda è abitudine.
Nella nostra vita, tutti noi, indistintamente, ci creiamo la nostra routine.
Si lotta ogni giorno per costruire una nostra “zona comfort” nella quale stiamo bene e, una volta ottenuta, si lotta allo stesso modo per restarci temendo di perderla.
Cambiare le nostre abitudini significa uscire da questa zona, ed ecco spiegate, almeno in parte, le nostre paure e resistenze ad assumere comportamenti “anormali” (per noi non ripetitivi ed estranei alla nostra persona fino a quel momento), anche sapendo che si trarranno benefici.
Christopher Koch in un articolo “Comprendere la scienza del cambiamento” scrive:
“Il cambiamento accende una parte del cervello, la corteccia prefrontale, chè è un po’ come la memoria RAM di un PC… Come la memoria RAM, la capacità della corteccia prefrontale è predefinita, limitata – riesce a gestire senza difficoltà una manciata di concetti per poi trovare delle barriere o limiti. E nel momento in cui i concetti si scontrano con questi limiti si vengono a generare delle sensazioni di disagio palpabili, che causano affaticamento o addirittura rabbia. Questo accade perché la corteccia prefrontale è strettamente collegata al primitivo centro delle emozioni del cervello, l’amygdala, il quale controlla le nostre lotte o successi. (Fonte GoodLifeZen.com)…”
Il nostro cervello va sulla difensiva e non è predisposto per il cambiamento.
Instaurare nuove abitudini significa cambiare.
Per abbandonare la propria zona di comfort si deve essere coscienti di lasciarla per qualcosa di più grande e per farlo dovrai vincere la battaglia più grande: quella con te stesso!
Tutti sappiamo quanto questo sia difficile 😀 ed ecco spiegato perché resti seduto sul divano.
È fondamentale essere motivati e questo sia per iniziare a fare sport sia per proseguire.
Perché le persone praticano un’attività sportiva?
In uno studio, allargato in molti Paesi europei Gill, Gross e Huddleston nel 1983, attraverso questionari costruiti appositamente per lo studio delle motivazioni, raggrupparono gli otto fattori che spiegano la motivazione nello sport:
Seguendo uno dei primi lavori in materia di psicologia dello sport, gli italiani Antonelli e Savini, estendono questa lista stabilendo che un fattore motivazionale, primario, molto rilevante legato allo sport è senza dubbio il gioco.
Un’altra motivazione che spinge alla pratica sportiva, secondo i ricercatori italiani, è l’agonismo.
Tra i fattori della motivazione sportiva occorre anche considerare poi, sempre secondo Antonelli e Savini:
La motivazione sportiva, invece, secondo Bouet sarebbe legata ad alcune motivazioni di base:
Gli elenchi riportati risultano sterili senza cercare una degna sintesi.
La motivazione, nello sport come nella vita, è riconducibile ad una semplice espressione matematica: A * I, dove (A) è l’azione e (I) l’importanza dell’azione.
Se l’azione è costante, la sua importanza è soggettiva e devi cercarla dentro di te.
Alcune domande utili possono aiutarti…
Quanto è importante per te l’attività sportiva?
Cosa succede se resti in questa condizione?
Quanto i benefici nel praticare uno sport diventeranno utili ed importanti?
Quanta fatica questo ti costerà?
Quanto vuoi raggiungere il risultato che ti sei prefissato?
Quanto questo dipende da te e quanto questo dipende dagli altri o da altro?
Ovviamente sono solo alcuni spunti.Ti aspetto per una seduta di coaching gratuita.
Franca Scuzzarella
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