Sentir parlare di “stanza dei bottoni” fa pensare a qualche film dell’agente 007 alle prese con la salvezza del mondo.
L’immaginario porta alla mente un bunker posizionato chissà in quale luogo, dove sofisticatissimi computer controllano la sicurezza del nostro pianeta, poiché proprio a uno di quei bottoni è legata la nostra sopravvivenza.
Ti è successo mai di agire d’impulso?
Ti è capitato che una parola, un gesto, facciano scattare in te reazioni automatiche e a volte inconsulte?
E quanto ci pensi a cosa devi fare quando guidi l’automobile?
Se non è questa una stanza dei bottoni… Basta schiacciarne uno ed il gioco è fatto!
Hai capito di cosa sto parlando, non è vero?
E più precisamente di quella parte di cervello che è delegata agli automatismi, ai ricordi depositati lì da lungo termine: la mente inconscia.
Nella mente inconscia sono racchiuse circa il 97% delle informazioni che abbiamo immagazzinato dalla nascita oltre a tutti gli automatismi e comportamenti appresi;
Il rimanente è archiviato nel restante 3% ed è su questa parte che abbiamo la possibilità di agire per logica.
È un po’ come se quel 97% rappresentasse la massa rocciosa che sta sotto il pelo dell’acqua quando parliamo di un iceberg: c’è ma non si vede.
Alcune informazioni ci sono negate cioè ci sono ma non sappiamo quali sono né come funzionano.
Nel nostro inconscio è archiviato il funzionamento dettagliato del nostro corpo, tutti i processi che ci permettono di vivere ma né sappiamo esattamente quali sono, tanto meno come funzionano.
Altre informazioni sono difficili da recuperare: è’ difficile risalire ai ricordi dell’infanzia ad esempio, se non in una seduta di ipnosi.
Poi ci sono quelle informazioni archiviate nella mente inconscia che ci sono ma non ne siamo consciamente consapevoli.
Non abbiamo bisogno di pensare a come fare per guidare l’automobile e farlo facilmente pensando ad altro e/o ascoltando la radio o rispondendo ad una telefonata.
Lo facciamo e basta. Senza ricordare la sequenza logica che è necessaria per farlo.
Se ci fermiamo a pensarci invece riusciamo a recuperare quelle informazioni che erano depositate nella memoria a lungo termine: non ricordo immediatamente cosa ho fatto durante le scorse vacanze ma se vado a recuperare un piccolo frammento di quella informazione è come se aprissi un sipario e mi verranno in mente situazioni, luoghi, persone e quanto è successo in quella circostanza.
Se mi ci applico e vado a collegare le informazioni visive, auditive e cinestesiche riesco a creare un ricordo sempre più dettagliato di quella esperienza.
Succede perché abbiamo una rete di informazioni date da un ricordo multisensoriale, informazioni visive, auditive e cinestesiche che creano una fitta rete e molte connessioni neurologiche che mi permettono di recuperare il ricordo da diversi punti di vista.
Ma come si formano queste informazioni?
Ma cosa ci permette di ottenere i ricordi, dal momento che sono situazioni passate che nel presente non esistono ma che riusciamo a rivivere dentro di noi?
Ne parliamo nel prossimo articolo.
Franca Scuzzarella
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